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Tutto ciò che si deve sapere sulla fattura elettronica

pubblicata mercoledì 8 luglio 2015

Tutto ciò che si deve sapere sulla fattura elettronica
Tutto ciò che si deve sapere sulla Fepa (fattura elettronica pubbliche amministrazioni): dal 31 marzo 2015 é obbligatoria per circa due milioni di imprese (posta elettronica certificata, firme digitali, e un software per archiviare i documenti in modo sicuro per almeno 10 anni). L'Osservatorio del Politecnico di Milano dal 6 giugno ha fornito i dati ufficiali: 9.050 enti pubblici della Pubblica amministrazione centrale (ministeri, Presidenza del Consiglio, Agenzie fiscali, Forze di Polizia, ecc). Dallo scorso 1 aprile invece se ne sono aggiunti altri 12.450 enti (regioni, province, comuni, università, ecc). Complessivamente si parla di 21mila realtà e 46mila uffici. Ministeri, Agenzie fiscali, Enti nazionali di previdenza e assistenza sociale e tutte le altre Pubbliche Amministrazioni non potranno accettare le fatture emesse o trasmesse in forma cartacea oltre a non poter procedere al pagamento dei propri fornitori, neppure parziale, fino allʹinvio del documento in forma elettronica (normativa tecnica di cui al D.M. n. 55/2013 – nei confronti della P.A) L’allegato A al D.M. n. 55/2013 dispone che i dati della fattura elettronica devono essere rappresentati in un file .XML non contenente macroistruzioni o codici eseguibili tali da attivare funzionalità che possano modificare gli atti, i fatti o i dati edovrà essere firmato digitalmente. Le specifiche tecniche operative sono disponibili sul sito del Sistema di Interscambio www.fatturapa.gov.it. La fattura deve rispettare specifici requisiti di contenuto e sintattici affinché possa essere correttamente inoltrata. La prima Fepa è stata emessa da Postel (gruppo Poste Italiane) che predispone la fattura per il sistema di interscambio, avvalendosi di una cartella di posta elettronica certificata (Pec). Il file preparato, firmato e nominato nel rispetto delle regole previste, può essere inviato al Sistema di Interscambio attraverso cinque diversi canali di trasmissione per l’invio dei file. Il Sistema di Interscambio, una volta ricevuto il file nel formato FatturaPA, effettuerà i controlli sui file ricevuti e procederà all’inoltro all’Amministrazione destinataria della fattura. Sia i fornitori che le Pubbliche Amministrazioni sono tenuti a conservare le fatture esclusivamente in modalità digitale. Il processo di conservazione prevede che sulla fattura da conservare debba essere indicizzata in modo univoco, andando a confluire in un lotto di conservazione. Su questo verrà apposta la marca temporale e, successivamente, la firma digitale del responsabile. Il numero di fatture rifiutate dalla sistema di interscambio, innanzitutto, è in calo: dal 40% dei primi giorni al 17% di febbraio, dopo il buon 12% toccato in dicembre. Il dato è dell’Agenzia delle entrate, che fa notare come il 30% degli errori sia dovuto alla nomenclatura del file o al doppio invio di una fattura con lo stesso nome. Un buon 28% è scivolato sul formato, passato a una versione aggiornata proprio a inizio febbraio per adempiere alle novità normative. Il file risulta provvisto di firma digitale non valida nel 7% dei casi, mentre il 5% delle fatture è indirizzato a un mittente (ovvero a un codice destinatario di una Pa) sbagliato. I documenti duplicati, e quindi nulli, sono il 10% e gli errori di battitura nei campi di Iva e committente hanno causato l’8% dei rifiuti. Rimane un 12% di problemi di origine diversa.

Autore / Fonte: Saverio Bozzi